Asti, inaugurata a Palazzo Mazzetti la mostra “Sutherland-Vangi. Un alto dialogo tra pittura e scultura”

E' stata inaugurata venerdì pomeriggio, dopo la presentazione riservata alla stampa svoltasi in mattinata, la mostra “Sutherland-Vangi. Un alto dialogo tra pittura e scultura”, ospitata nelle sale del pianterreno della splendida e incantevole cornice di Palazzo Mazzetti.

A fare gli onori di casa alla presentazione tenutasi nella mattinata, il presidente della Fondazione Palazzo Mazzetti, dott. Michele Maggiora assieme al consigliere della Fondazione CR Asti, Antonio Ferrero e al direttore della Pinacoteca civica, dott. Andrea Rocco oltre alla gradita presenza dello stesso scultore e artista toscano Giuliano Vangi (al centro nella foto), che è intervenuto personalmente all’evento quale ospite d’onore. L’esposizione artistica si è avvalsa anche stavolta della preziosa collaborazione del prof. Francesco Poli, docente dell’Accademia Albertina di Torino, che ha curato l’esposizione delle due retrospettive e ha esposto e voluto tracciare al pubblico presente, il percorso culturale dei due artisti.

Le due mostre, sono interamente concentrate nelle sale del pianterreno con l’ala destra che ospita i quadri dell’artista inglese mentre in quella a sinistra, sono invece esposte le opere dell’artista toscano nativo di Barberino del Mugello: proprio in quest’ala, la mostra è suddivisa in tre sezioni con un’attenta regia allestitiva, che comprende circa una trentina di opere, di cui la maggior parte realizzate tra il 2005 e 2015 accompagnate da una decina di bozzetti e disegni da studio, con la prima che si concentra sull’uomo in sé che trattano temi che trasmettono un linguaggio espressivo universale comprensibile a tutti e dal forte impatto emotivo, attraverso la realizzazione di imponenti personaggi maschili, in atteggiamenti teatralmente inquietanti o tragicamente dolenti, come rappresenta l’opera Stazzema, realizzata in bronzo e con inserti di rame, oro e avorio, e che rappresenta un uomo che regge tra le braccia il corpo di un bambino morto, a significare la tragedia del terribile massacro dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema avvenuto nel’agosto 1944, durante il secondo conflitto mondiale sino alla rappresentazione di un uomo seduto su una poltrona di cristallo che evidenzia la massima freddezza nel volto e nella rigidità del corpo, che mostra il protagonista all’occhio del visitatore.

La seconda sala è invece dedicata ai nudi femminili mentre l’ultima sala ospita una decina di riproduzioni in scala ridotta di monumenti realizzati in avorio, tutte opere che denotano una forte espressività dei volti e dei corpi, oltre a una grande rappresentazione figurativa di atteggiamenti, azioni, gesti, stati emozionali e situazioni di vita nei personaggi rappresentati, che nella scultura significa rimanere nel grande solco della statuaria, incentrata sui valori fondamentali che rappresenta l’umanità e incarnata direttamente nella dimensione sociale e nell’esistenza individuale degli uomini e delle donne, nella continua lotta moderna che pone di fronte l’uomo di oggi, contro un mondo ostile che resta il tratto caratterizzante della sua opera. Tutti capolavori questi, realizzati con i più diversi materiali, dal bronzo al legno in nichel sino al granito per le statue maschili, mentre granito, bronzo, ebano e bosso per i soggetti femminili.

L’antologia dell’artista inglese Graham Sutherland, uno dei capiscuola della pittura brittanica, consiste anche in questo caso in una trentina di quadri esposti, e vede nel suo tratto stilistico una figurazione carica di profonde suggestioni naturalistiche con inquietanti valenze esistenziali, ed è caratterizzata da surreali suggestioni biomorfiche e meccanomorfiche, che influenza molti giovani artisti della scena inglese durante gli anni cinquanta, restando inalterata in tutto il suo fascino anche dopo l’esplosione delle neoavanguardie avvenute negli anni sessanta e settanta. Dipinti e disegni, che ne esplicitano la componente storica insomma, legata all’estetica romantica e alla grande tradizione del paesaggismo inglese, con quella moderna d’avanguardia di matrice surrealista, con la tensione e la fluidità quali elementi maggiormente messi in luce nel linguaggio della sua pittura. La maggior parte dei quadri esposti nella sua antologia, provenienti da collezioni private torinesi, riguardano infatti scorci di paesaggi singolari, immerse in meravigliose atmosfere cromatiche calde o fredde a seconda dei più diversi colori adottati dall’artista, con magnifici accordi tra gialli limone, ocra, arancioni, rosa, neri, rossi, viola e grigi, bruni e le più varie tonalità di verdi, e anche di neri, trovandosi di fronte a scene impregnate di una essenza profondamente vera e naturale. Numerose delle sue opere, infine, sono esposte nei maggiori musei di arte contemporanea del mondo, tra cui Londra, Parigi e persino Washington.

A valorizzare ulteriormente la nuova doppia esposizione presente a Palazzo Mazzetti, c’è la preziosa collaborazione e partnership instaurata con l’Associazione dei Produttori del Nizza, organismo che racchiude 43 cantine associate presiedute da Gianni Bertolino presente all’inaugurazione che ha presentato la nuova denominazione del “Nizza Barbera”, e sostenute dal produttore Michele Chiarlo, da sempre fervente sostenitore del mondo dell’arte. Un accordo, che ha l’intento ad aprirsi a le varie realtà locali istituzionali, sociali e culturali del territorio, in un’inedita e stretta sinergia che unisce il mondo della cultura a quello del vino, coinvolgendo questo settore che è il perno della nostra economia, in molte iniziative legate al mondo dell’arte.

Le due mostre, visitabili al pubblico a partire da questo week-end resteranno aperte sino al 12 marzo 2017, con il seguente orario: fino al 28 febbraio, da martedì a domenica dalle 10.30 alle 18.30 mentre nelle ultime due settimane, dal 1° al 12 marzo, dalle ore 9.30 alle 19.30, sempre con apertura da martedì a domenica. Per maggiori informazioni, si può come sempre consultare il sito internet: www.palazzomazzetti.it

Neil Palladino