Giovanni Boccia sull’emergenza immigrati: “Asti, polveriera sociale”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giovanni Boccia

Gentilissimo signor Direttore,
nel chiederLe di pubblicare la mia riflessione, La prego, cortesemente, di riproporre la presente lettera fra 2 o al massimo 3 anni.

L’emergenza immigrati impone un impegno forte delle istituzioni preposte, Comune in primis. Istituzioni che, in buona parte, oggi sembrano non accorgersi delle implicazioni ed impatto sociale che comporta tale storico fenomeno migratorio. Il numero dei presenti, ad Asti e zone limitrofe, ha, a mio avviso, raggiunto il limite di quella che si può definire “emergenza sociale”.

Coloro che arrivano dalla Libia, fino a poche settimane prima, vivevano in habitat culturali, sociali e con tradizioni locali molto differenti dalle nostre. Credenze, religione, usi e costumi che sono lontani dalla nostra odierna realtà europea. Bisogna intervenire subito (anche se, ahimè forse siamo già in ritardo)!

Mi chiedo, signor Direttore, ma la mancata integrazione dei rom nel nostro tessuto sociale, non ha insegnato niente ai nostri governanti? Lo spaccio di droga e la prostituzione nera violentemente in mano ai nigeriani non ci fa capire nulla? La prostituzione delle povere rumene ed albanesi proprio non inducono ad alcuna riflessione? I pericolosi ghetti dei meridionali che arrivavano negli anni ’60 con le valigie di cartone (compreso lo scrivente) li abbiamo già dimenticati? Il fatto che oltre il 50% dei detenuti nelle nostre carceri, sia straniero ed il 90% dei quali sia senza documenti, non dovrebbe invitare chi di dovere ad effettuare le dovute riflessioni? Le ville svaligiate e le mortali violenze verso gli abitanti da parte di bande dell’est europeo non bastano per far aprire gli occhi a chi dovrebbe intervenire?

Ebbene, gli immigrati presenti nella nostra città (e zone limitrofe) sono oramai centinaia e centinaia ai quali, nel prossimo biennio (ad oltre il 60% – statistiche ufficiali), verrà negato il permesso di soggiorno in modo definitivo.

Ebbene signor Direttore, a Suo avviso, verranno tutti espulsi? Ma per favore………chi ci crede? Impossibile! Resteranno di sicuro sul nostro territorio. Venendo poi a mancare lo status di “richiedente asilo”, cadranno tutte le varie forme di tutele, ed allora signor Direttore dove andranno a dormire? Dove andranno a lavarsi? Dove andranno a mangiare? Chi fornirà loro il pocket money?

Alla fine, non è difficile capirlo, graveranno INIVETABILMENTE sulle strutture di quell’Ente che da anni li ignora e domani dovrà provvedere a persone di cui non conosce modi, usi, costumi e mentalità. Ma è possibile che la storia, anche nella nostra cara città, non abbia insegnato niente a nessuno?”

Giovanni Boccia