Recensita dalla prestigiosa rivista britannica “Mojo”, che l’ha definita “la più grande opera di Capossela”, l’ultima creazione del cantautore e polistrumentista (nonché scrittore) animerà la notte astigiana di sabato 15 luglio. “Sono canzoni – dice l’artista – che mi hanno dato calore e radice, paura e conforto”.
Ironico, sentimentale, straripante nel suo istrionismo, Capossela è il più dotato tra i cantautori italiani della sua generazione. Racconta di guitti e vicoli chiassosi, pagliacci e marajà, notti insonni e corvi torvi. I modelli più evidenti sono i blues aspri e deliranti e le “chanson” jazzy, ma nel suo repertorio convivono anche il teatro di Brecht e il surrealismo, melodie mediterranee e sonorità fragorose di chiara matrice balcanica, pantomime circensi e atmosfere crepuscolari che spaziano nelle tradizioni rebetiche.
Artista errante, Capossela ha fatto del randagismo quasi una filosofia di vita; rabdomante senza requie, ha percorso tutte le tappe di una gavetta dura, da “emigrante”.
Appuntamento in piazza Cattedrale alle 21.30.