Non è mai troppo tardi per non sprecare nelle mense scolastiche

Alle attese dei ragazzi occorre essere adeguati soprattutto se mettono in campo buone idee. Fa quindi piacere parlare della bella iniziativa della 4C della primaria Rio Crosio.

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Hanno messo “le mani in pasta”, occupandosi dello spreco di cibo nelle mense scolastiche. Hanno monitorato la questione e ne hanno tratto le conclusioni presentate nel corso di una conferenza stampa nell’aula della loro scuola.
“Non ci sembra giusto, dicono gli alunni, che il cibo superfluo vada perso, siamo pronti a fare la nostra parte per evitare questo terribile spreco”.

Il nodo del ragionamento è semplice: ognuno mangia quel che si sente, ma sempre seguito dall’occhio attento dell’insegnante che non rinuncia alle doverose ed educative indicazioni verso un pasto vario e completo. Il resto viene lasciato integro, neanche messo nel piatto.

Nei mesi scorsi hanno registrato tutti i consumi della nostra classe, impegnandosi a non sprecare cibo, (quindi mettendo nel piatto solo la quantità che effettivamente pensavamo di consumare) e hanno chiesto alle altre classi della scuola primaria Rio Crosio di collaborare, così hanno accettato di partecipare anche le classi 1C, 3B, 4D con le loro insegnanti.

Si può fare qualche cosa? Loro una proposta ce l’hanno e l’hanno messa a disposizione del Servizio refezione scolastica del Comune che fissa il menù e il quantitativo calorico delle porzioni secondo le indicazioni stabilite dall’Asl.

“Con il prossimo anno scolastico costruiremo le condizioni per partire con una sperimentazione”, spiega l’Assessore Parodi “che riconoscendo il valore della proposta dei ragazzi prevede accordi e collaborazione tra la Scuola, la ditta fornitrice dei pasti e le Organizzazioni che li destineranno a buon fine. Sarà fondamentale comunque non abdicare ai percorsi di educazione alimentare, che da tempo sono sollecitati nelle scuole. I ragazzi devono prioritariamente arrivare ad apprezzare il cibo nella sua varietà, fruendo di pasti il più possibile completi. Laddove le necessità alimentari si dimostrassero effettivamente inferiori al pasto completo, l’obiettivo è quello di non sprecare e i ragazzi della Rio Crosio, con i loro insegnanti, hanno avviato un percorso interessante, che potrebbe divenire una buona pratica”.

Non solo. L’ Amministrazione Comunale e la ditta Alessio condividendo le intenzioni delle classi hanno concordato che oltre a non sprecare cibo, questo perfettamente integro verrà destinato a fini sociali. Il progetto, denominato “Il Buon Samaritano”, prevede infatti che i beni alimentari rimasti inutilizzati ma commestibili verranno divisi in appositi contenitori isotermici da parte degli operatori della ditta Alessio e messi a disposizione di chi ne ha più bisogno.

Non mancano i riferimenti normativi: già la legge 25 giugno 2003, n. 155 disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, equiparando al consumatore finale, ai fini del corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti, le organizzazioni di volontariato che raccolgono e distribuiscono gratuitamente prodotti alimentari agli indigenti. Un riferimento importante inoltre è riscontrabile nella recente Legge regionale 23 giugno 2015 n. 12 che disciplina gli interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti sostenendo progetti di recupero, valorizzazione e distribuzione di beni invenduti, con particolare riferimento tra l’altro a pasti non serviti dalla ristorazione e dalla somministrazione collettiva… Ne gioverebbero persone bisognose e le ricadute ambientali, riduzione di costi e merce destinata a essere smaltita come rifiuto.

Occorre dire grazie agli allievi e insegnanti per aver coniugato osservazione e proposta su una pratica che se piacesse ad altre scuole farebbe dire che la scuola mangia come parla e non è mai troppo tardi per capire come potrebbe andare (diversamente) il mondo.

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