8 maggio, è la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica Giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II (“Inter Mirifica”, 1963).

Viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la domenica che precede la Pentecoste (nel 2016, l’8 maggio) e per la 50° ricorrenza il tema scelto è in piena sintonia con il Giubileo straordinario della Misericordia.

Al cuore della comunicazione vi è soprattutto una profonda dimensione umana. Il papa usa parole di una semplicità disarmante: “Come è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia.” La comunicazione è credibile se è affidabile cioè se cerchiamo di vivere con tutto il nostro essere ciò che stiamo comunicando in una relazione di fiducia reciproca e questa è la misericordia, l’unica strada per una corretta comunicazione.

E il papa nella sua ricchezza culturale cita Shakespeare nell’anno in cui ricorrono i 400 anni dalla morte. “La misericordia non è un obbligo. Scende dal cielo come refrigerio della pioggia sulla terra. E’ una doppia benedizione: benedice chi la dà e chi la riceve” (Il mercante di Venezia, Atto IV, Scena I).

La comunicazione vera è quella che crea ponti, che supera le avversità della vita, non assume atteggiamenti di scomunica, non separa i peccatori dai giusti, perché non giudica le persone, bensì le situazioni di peccato (violenza, corruzione, sfruttamento).

E’ importante saper ascoltare, cioè “essere capaci di condividere domande e dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le propri capacità e i propri doni al servizio del bene comune”. Per quanto riguarda i rapporti tra i popoli, le comunità, le famiglie, il linguaggio della politica, della diplomazia, dell’informazione si ispiri alla misericordia, perché nulla è mai perduto, così come è necessario superare la logica che contrappone vincitori e vinti, cioè tra chi ha raggiunto il successo, il benessere, il potere, la notorietà e chi è giudicato un “perdente”, quindi marginalizzato, rifiutato, scartato. Un uomo può guardare un altro uomo dall’alto in basso solamente per aiutarlo a sollevarsi (cfr. manifesto Giornata Mondiale della Comunicazioni sociali 2016).

E qui il mondo dell’informazione cartacea, multimediale ha grandi responsabilità, perché dispone di un’influenza immensa nel formare l’opinione pubblica. L’ascolto, poi, è fondamentale, perché ci aiuta a condividere domande e dubbi, ci libera dalla presunzione di “onnipotenza”, dà valore, rispetta la parola altrui, conforta, in una parola crea prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità. Quindi non più spettatori, utenti, consumatori. “E saper ascoltare è un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo”- dice Bergoglio.

Oggi il mondo informatico e multimediale, sempre iperconnesso è luogo planetario della comunicazione in rete, dove si può, si deve costruire una vera cittadinanza digitale, attraverso una comunicazione pienamente umana che favorisce le relazioni, il rispetto dell’altro che mi sta di fronte (anche se temporaneamente non lo vedo). “La rete può essere utilizzata per far crescere una società sana e aperta alla condivisione”; per questo tutti gli interventi didattico-pedagogici messi in campo per educare alla responsabilità nell’uso dei media, realizzati anche nella nostra diocesi, sono nell’ottica di un incontro fecondo tra comunicazione e misericordia.

Tre sono le” parole chiave” che Papa Francesco ci consegna nel suo messaggio: dono-resposabilità- prossimità.

A noi renderle nella vita un “un incontro fecondo”.

giornata delle comunicazioni sociali volantino