I nodi sui temi del cambio di gestione, permessi per riduzione orario di lavoro ed ex festività, flessibilità oraria e malattia, sui quali le controparti hanno avanzato proposte inaccettabili per il sindacato, porterebbero i lavoratori a situazioni di arretratezze sul piano delle tutele collettive e individuali. Altresì le controparti hanno dichiarato peraltro l’indisponibilità a erogare aumenti salariali.
“Più nello specifico, i lavoratori debbono avere la certezza nei cambi di appalto, di poter contare sull’effettiva garanzia occupazionale fino ad oggi avuta, e poter usufruire della riduzione di orario di lavoro come vero strumento partecipativo e non come elemento che può decadere o essere azzerato se non usufruito durante l’anno di maturazione. Ad aggravare ulteriormente la situazione negoziale, la proposta datoriale di far fronte a flessibilità oraria lavorativa non contrattata” si legge nel comunicato della Fisascat Cisl Al-At
“Si è di fronte a un mero tentativo di far pagare la riduzione del costo del lavoro agli addetti del comparto senza individuare soluzioni negoziali, che sarebbero invece propedeutiche a valorizzare le professioni e i mestieri, che su larga scala, nel turismo contribuiscono fattivamente all’economia del nostro paese” proseguono i sindacati.
“Le ragioni dello sciopero non sono più rinviabili. E’ necessario un contratto nazionale rinnovato e che affronti le situazioni del futuro di tutti gli addetti con innovazione. La ristorazione collettiva abbraccia una molteplicità di soggetti; di chi sta nelle scuole, negli ospedali, nelle aziende ecc.. – conclude la nota Fisascat Cisl Al-At – Il contratto nazionale deve diventare pertanto un volano con regole certe e contrattate, che possa garantire un servizio adeguato e rispettoso nei confronti di chi è rivolto il servizio stesso, dotando di tutele tutte le lavoratrici e i lavoratori adibiti quotidianamente nei vari comparti”.