“Atl Unesco: l’accorpamento che porterà allo smembramento”

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Luca Quaglia, Consigliere delegato al turismo di San Damiano d’Asti e consigliere provinciale, circa il destino dell’Alt di Asti nell'ambito del riassetto degli Enti Turistici all'interno della Regione Piemonte.

Più informazioni su

Apprendo dalla stampa che oggi (ieri n.d.r.), mercoledì 17 febbraio, il sindaco di Alba Maurizio Marello, quello di Bra Bruna Sibille e Fabrizio Brignolo per Asti, saranno in Regione per discutere dell’Agenzia delle Colline del Vino che (con Alessandria), può contare su un milione e 600 mila presenze di turisti all’anno e un indotto di oltre 250 milioni. Dunque mi chiedo (e mi rispondo): l’Atl di Alba annetterà quella di Asti. Anzi, forse utilizzerei un condizionale, dato che l’azione non è ancora avvenuta. Tuttavia mi pare che le premesse ci siano.

Se da ormai tanto tempo Alba e Bra condividono l’Ente turismo, si può ovviamente sostenere che esista un sostrato di base che vada ad accomunare i due centri della Granda. In realtà fummo (troppo tempo fa) i primi della classe, ma lo abbiamo scordato. Asti è una delle più notevoli città di provincia del Piemonte. Questo non solo per i ricordi del glorioso passato, ma anche per il fervore di vita che oggi l’anima e la rende un ricco ed attivo centro agricolo, industriale e commerciale. Grazie alla facilità di comunicazioni con tutto il Monferrato, il Roero e le Langhe, siamo stati uno dei principali centri commerciali del Piemonte specialmente per le uve e per i vini.

E questo credo possa continuare ad accadere, almeno che, con accorpamenti a mio avviso poco ponderati, non ci si lasci sfuggire l’Azienda turistica locale “su manifestazione di volontà del sindaco Fabrizio Brignolo a Maurizio Marello di Alba” come leggo sulla carta stampata. Ma se l’idea di base è quella di potenziare l’offerta turistica astigiana davvero crediamo che possa essere fatto annettendoci a una realtà che per nulla ricalca la nostra cultura e il  nostro folklore? Lungi da me essere campanilista e distruttivo. Sto cercando, al contrario, di costruire una base solida che possa far risorgere l’astigiano, senza se e senza ma.

Ben consapevole delle scelte dettate dall’assessore regionale al turismo Antonella Parigi (ovvero di costituire un’agenzia turistica di montagna, una dei laghi, una torinese, e infine quella della delle colline vitivinicole di Langhe, Roero e Monferrato), non credo, con umiltà, che la soluzione possa essere vincente e sottolineo che senza dubbio sì, il turista sappia unicamente di essere in Italia, forse neppure in Piemonte, e non riconosca le zone, ma così facendo, i confini, li perderemo anche noi.

Solo una piccola parte dell’astigiano è patrimonio Unesco  e l’Atl che nascerà avrà sede ad Alba, quindi le mie perplessitaà aumentano pensando al comune di San Damiano d’Asti che conta 8.400 abitanti e che io rappresento per il turismo,  e ai comuni limitrofi che pur lavorando intensamente in questo settore sono fuori da questo ambito,  e Asti rimarrà, inesorabilmente, un presidio turistico che cambierà il suo modo di fare promozione, probabilmente in uno stato vegetativo e comatoso. Mi auspico di poter incontrare al piu’ presto i comuni soci per poter fare delle attente e approfondite valutazioni in merito.

Luca Quaglia
Consigliere delegato al turismo di San Damiano d’Asti e consigliere provinciale

Più informazioni su