Orme su La Court: apertura al pubblico del reportage fotografico

I percorsi didattici del progetto Anch’io Vivaio Scuola, vissuti da oltre 900 ragazzi nel Parco Artistico Orme su La Court, diventano un’esposizione fotografica e un video, realizzati con i contributi dei ragazzi stessi, visibili nel granaio di Cascina La Court.

Un modo, questo, per far sentire nuovamente coinvolti i ragazzi, invitandoli a riflettere sul loro ruolo all’interno di un mondo sempre più globalizzato, e chiamandoli a trasmettere un messaggio positivo il cui valore continua ben al di là del periodo di Expo.

Per i più piccoli delle scuole primarie, sono stati proposti i laboratori didattici “Viaggiando nel mondo delle fiabe di Lele Luzzati” e “Le tradizioni enogastronomiche locali raccontate ai più piccoli”, pensati per far scoprire ai bambini l’arte del grande artista genovese e l’antico sapere della cucina del territorio.

Salendo un po’ d’età, i ragazzi della scuola secondaria hanno affrontato il laboratorio “Vedere per capire, capire per conoscere”, incentrato sulla figura e sull’arte pop di Ugo Nespolo, autore di quella “Porta sulle Colline” realizzata per festeggiare i dieci anni di vita del Parco Artistico.

Per gli studenti delle scuole superiori, il percorso didattico ha avuto per titolo “Dialoghi con i piemontesi che hanno lasciato un’impronta” e si è svolto all’interno dell’Archivio Visuale dei Piemontesi Illustri, luogo del Parco dedicato agli uomini e le donne del Piemonte le cui gesta hanno segnato per sempre la storia della regione e dell’Italia intera.

Tutti i laboratori hanno riscosso un enorme consenso e tantissime adesioni, generando un entusiasmo contagioso sia nei ragazzi, sia nei tanti insegnanti e professionisti che si sono prodigati facendo in modo che tutta l’organizzazione andasse per il meglio. Questi ultimi, in particolare, sono stati i veri “ambassador” dei laboratori, perché è solo con il loro contributo che il progetto promosso e comunicato dal Vivaio Scuola Expo si è reso possibile e ha avuto quell’incredibile ritorno di entusiasmo che tutti gli riconoscono.

In particolare, il ringraziamento va alle professoresse Laurana Lajolo, figlia del celebre scrittore piemontese Davide Lajolo e Graziella Borgono; al responsabile del Centro Studi Santagata-EBLA di Torino Aldo Buzio; allo scenografo e vice-presidente Craft (centro ricerca arte formazione teatro) Francesco Fassone; alla prof.ssa Laura Pesce, docente presso l’Agenzia di formazione professionale Colline Astigiane d’Agliano Terme –Asti; al gruppo di architetti dell’AIAPP sezione Piemontee Valle d’Aosta a partire dalla presidentessa Alessandra Aires; a Marco Devecchi, dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano; a Matteo Pedaso, project manager gruppo Land. Inoltre, al Museo Luzzati di Genova e al Dipartimento di Scienze per l’Architettura, Scuola Politecnica di Genova.

Ancora una volta, è anche grazie all’appoggio di questi professionisti, che è stato possibile testimoniare il lavoro svolto e tutti i momenti didattici e divertenti passati insieme, attraverso la creazione di un reportage fotografico esposto nel granaio di Cascina La Court.

La decisione di realizzare questo reportage è nata proprio dallo spirito con il quale i progetti didattici sono stati proposti e vissuti: quello di vivere davvero un territorio, i suoi valori e le sue tradizioni, per tramandare un messaggio universale di cultura e di conoscenza legata al gusto, alla storia, all’arte e, più in generale, al patrimonio culturale da condividere con tutto il mondo, e che fa dell’Italia un Paese di riferimento per i temi legati alla nutrizione.

Le foto del reportage, quindi, non sono solo quelle realizzate dal fotografo Omar Pistamiglio, ma a esse si uniscono gli scatti fatti dagli stessi ragazzi delle scuole che hanno partecipato ai laboratori.

Il progetto, ideato da Giancarlo Ferraris, Laura Botto Chiarlo,il Museo Luzzati di Porta Siberia, a Genova e le direzioni didattiche delle scuole della zona, vuole essere un modo per far sentire nuovamente coinvolti i ragazzi in prima persona, chiamandoli a riflettere, ancora una volta, sulla sfida che sono chiamati a vivere in un mondo sempre più globalizzato. Un mondo nel quale ciascuno di loro è chiamato ad agire in prima persona, in tanti, possibili, modi diversi, facendosi promotore di un messaggio positivo il cui valore continua ben al di là del periodo di Expo.