Montechiaro rende omaggio a Francesco Rossi con una mostra antologica

Sotto la guida di don Giuseppe Parigi, nel collegio di Montechiaro, che per merito del teologo Petratti godeva di una lunga e ottima tradizione d’insegnamento. Il giovane Francesco assimilò i tratti di una distinta elevazione culturale rispetto ai suoi villici ed affino presto l’amore per il disegno e la pittura.

Sposò Pompea Pastrone, nella cui famiglia  nella generazione dopo venne alla luce Giovanni, genio e maestro indiscusso della cinematografia mondiale. Produsse una gran quantità di opere, scorci di Montechiaro, quadri votivi, attimi fuggenti, fissati con il pennello sulla tela, oppure grandi tele con soggetti religiosi, quali la fuga in Egitto. Questi ultimi, a detta della critica, paiono su tutti i migliori, colti come sono, con viva partecipazione e trattati con finezza di colore  e disegno.

Interessanti anche alcune tavolette di piccole dimensioni nelle quali, invece, la pennellata scorre rapida a fissare l’impressione più intima di uno scorcio di natura, una pennellata scivolata per rompere la sudditanza accademica e per lasciare via libera all’estro creativo di Bonarotti ‘l pitur.