La Robiola di Roccaverano diventa un gelato con Alberto Marchetti a Cheese 2015

Genuinità, biodiversità e gusto autentico: tutto in un gelato dedicato alla Robiola di Roccaverano.

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Il gusto presentato da Alberto Marchetti a Cheese 2015 (Bra, Cuneo) è un omaggio all’unico caprino storico d’Italia degno di confrontarsi con i celebri chévres d’Oltralpe.

Da oggi fino al 21 settembre il Maestro Gelatiere torinese, in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, propone la Robiola di Roccaverano, l’antico formaggio prodotto sulle colline aspre della Langa astigiana, nell’inconsueta versione gelato.

Appuntamento per tutti i visitatori della fiera presso la Casa delle Biodiversità (Via Marconi, Cortile delle Scuole Maschili), per assaggiare questa specialità così originale e altri 6 gusti, tutti creati in esclusiva da Alberto Marchetti con i presidi Slow Food.

Alberto Marchetti infatti sente molto vicina al suo mondo e al suo gelato la filosofia di SlowFood per la Biodiversità onlus, del quale è sostenitore, e si impegna a portare le piccole storie e i prodotti eccezionali all’interno delle proprie gelaterie per fare in modo che la gente conosca, apprezzi, assaggi tutto ciò che di buono la natura ci regala e rischia di scomparire.

Siccome il tema 2015 è “Alle sorgenti del latte, per nutrire il pianeta” con un focus sul ruolo della montagna, si parte con il gusto Robiola di Roccaverano al quale si affiancano altri gusti di ricerca: Ramasin della Valbronda, Pesche nel sacchetto di Leonforte, Pera Signora, Vaniglia della Chinantla, Farina Bona, Stracciatella con cioccolato Chontalpa. Genuinità e biodiversità protagonisti assoluti, grazie all’utilizzo di materie prime di grande qualità, proposti e creati in esclusiva per i visitatori il gelato con i Presìdi Slow Food.

Tutto il ricavato della vendita dei gelati di Alberto Marchetti a Cheese sarà devoluto alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, che opera da tanti anni per sostenere in tutto il mondo le produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, per valorizzare territori, recuperare antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvare dall’estinzione razze autoctone e varietà locali di ortaggi e frutta.

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