Anche la Fondazione CrAsti nel protocollo provinciale sul dissesto idrogeologico
Aumentano i sottoscrittori del Protocollo d’Intesa firmato, lo scorso 29 maggio, da Provincia di Asti, Ordini e Collegi professionali tecnici, con l’intento di creare un tavolo di studio e confronto sul dissesto idrogeologico delle strade provinciali.
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Il 1° luglio, il consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti ha deliberato l’adesione al Protocollo, stanziando 30.000 euro, che saranno impiegati per effettuare indagini geognostiche e ricostruire il modello geologico dei terreni colpiti dai movimenti franosi.
Spiegano i tecnici provinciali: “Grazie al contributo della Fondazione, stiamo avviando un primo progetto operativo, finalizzato alla salvaguardia dell’integrità paesaggistica e infrastrutturale del territorio rurale, inserito in aree buffer e core zone Unesco e immediatamente limitrofe”.
Il progetto è già iniziato: i consiglieri provinciali Angela Quaglia e Francesco Marengo, insieme a dirigenti e tecnici della Provincia, hanno effettuato alcuni sopralluoghi, accompagnando i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi professionali (che opereranno in regime di totale volontariato), a esaminare casi studio nei comuni di Vesime, Cessole, Calosso, Castel Boglione, Maranzana, San Martino Alfieri e Montemagno. Durante i sopralluoghi, sono stati analizzati i movimenti franosi e sono state elaborate ipotesi sulle cause scatenanti e sulle opere di intervento, utili a ripristinare in sicurezza il transito sulle strade danneggiate.
Il Protocollo d’Intesa, firmato dagli Ordini Professionali di Ingegneri, Architetti, Geologi, Dottori Agronomi e dai Collegi Professionali dei Geometri e dei Periti Agrari, ha come obiettivi:
– individuare le migliori pratiche gestionali dei fondi agricoli, affinché possano essere accortamente prevenuti i fenomeni di dissesto, auspicando l’inserimento di tali norme nei Regolamenti di Polizia Rurale dei Comuni Astigiani;
– avviare un’attività di studio su più casi esemplificativi di dissesto, per individuare le migliori soluzioni operative, affinché possa essere messa in luce la corretta metodologia di analisi e di intervento per la gestione delle diverse soluzioni di dissesto;
– valutare la concreta possibilità di applicazione, nel contesto astigiano, delle tecniche di ingegneria naturalistica e in generale dell’impiego della vegetazione, anche e soprattutto in fase di prevenzione del dissesto;
– elaborare un piano d’azione generale sulla problematica di dissesto idrogeologico del territorio astigiano, da presentare congiuntamente alle competenti autorità regionali e nazionali, per evidenziare la singolarità del caso astigiano, da porsi nel suo insieme come un vero e proprio “caso studio” innovativo, anche per l’approccio metodologico e per la fattiva collaborazione tra gli enti e le realtà ordinistiche locali.