Nuovo capitolo dell’Asti-Cuneo: ancora una proroga per il completamento?

Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda relativa all’autostrada Asti-Cuneo.

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 Dopo l’interrogazione a risposta immediata presentata lo scorso mercoledì 10 settembre Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, e dopo l’incontro ad Alba del 20 dicembre scorso con Paolo Coletta, dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici, una nuova interrogazione è stata presentata oggi in Aula a Montecitorio dai deputati di Scelta Civica Giovanni Monchiero e Mariano Rabino, rivolta al Ministro Graziano Delrio, successore di Lupi.

 L’autostrada A33, in tutto 93 Km, attualmente in parte aperta al traffico, in parte in costruzione e in parte ancora solo in progetto, è gestita dall’Autostrada Asti-Cuneo SpA, costituita il 1° marzo 2006 (partecipata al 60% dalla Società Autostrada Ligure Toscana SpA, al 35% dall’ANAS SpA e al 5% da Itinera SpA), in qualità di concessionaria (a far data dall’11 febbraio 2008) del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti.

 “Dei lotti ancora da completare, i più nevralgici sono quelli 2.5 e 2.6, soprattutto nel tratto che interessa il territorio di Castagnito-Alba e di Cherasco-Alba – affermano Rabino e Monchiero – si è quindi creata una situazione assurda, con la Asti-Cuneo quasi completata ma interrotta nel bel mezzo, fra Alba e Cherasco, ove il traffico viene deviato sulla viabilità ordinaria del tutto inadeguata, con gravi penalizzazioni per i cittadini e le imprese della zona”.

Da tempo la società concessionaria aveva peraltro rappresentato al Governo e agli enti locali la necessità di una revisione del piano economico-finanziario che consentisse di reperire le risorse necessarie per il completamento dell’opera, collegando tale operazione a un accorpamento delle concessioni che il gruppo Gavio gestisce nel settore della viabilità stradale, e, aderendo a tale richiesta, il Governo ad agosto 2014 ha presentato all’UE pre-notifica per il futuro accorpamento delle concessionarie di Gavio, dove erano previsti nuovi investimenti fino a 1,5 miliardi, anche per completare la Asti-Cuneo.

 A seguito dell’interrogazione presentata in autunno, e agli impegni presi da Lupi, risulterebbe oggi che il gruppo Gavio (tra i principali gestori delle autostrade italiane) abbia proposto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una proroga per il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo in cambio di maggiori investimenti e meno aumenti tariffari. Nei giorni scorsi, inoltre, si è diffusa la notizia che il Ministero si sarebbe espresso negativamente nei confronti del concessionario e il Presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Cuneo, Franco Biraghi, ha inviato una lettera provocatoria al Ministro Delrio, ai parlamentari e ai sindaci della Granda, chiedendo di revocare al gruppo Gavio la concessione autostradale per inadempienza della società e per gravi ritardi nel completamento dei lavori, nonché, a parziale compensazione dei danni e disagi subiti dal territorio, di consentire la libera circolazione nel tratto finora realizzato senza far pagare il pedaggio fino al totale completamento dell’opera; nella lettera, lo stesso Presidente dava risonanza a voci incontrollate relative ad un imminente disimpegno del gruppo Gavio che starebbe trattando con i vertici dell’Anas la risoluzione del contratto di concessione.

Chiedono quindi i due deputati albesi: “Quali atti sono stati compiuti dal Ministero e dalla società concessionaria negli ultimi mesi in attuazione dell’articolo 5 del decreto legge n. 133 del 2014 (il cosiddetto “Sblocca Italia”) e se corrispondano al vero le illazioni giornalistiche relative all’espressione di pareri negativi da parte di autorità nazionali ed europee interessate e a un conseguente disimpegno del gruppo Gavio?”.

La risposta del Ministro Delrio: “La società concessionaria ha richiesto la revisione del piano finanziario il 26 maggio 2014, presentando istanza di modifica del programma di investimento e di erogazione di un contributo pubblico, o – in alternativa – chiedendo l’accorpamento della A33 con altre tratte autostradali, per una revisione complessiva della concessione. La pre-notifica alla Commissione Europea ha portato a una serie di considerazioni relative al prolungamento delle concessioni: è stato chiarito che la revisione delle concessioni è consentita solo in presenza di motivazioni stringenti, o valutando caso per caso se l’accorpamento richiesto migliori effettivamente le prestazioni. Il 5 giugno scorso abbiamo chiesto ulteriori approfondimenti alla società concessionaria, da cui attendiamo una nuova proposta più aderente alle richieste della Commissione Europea. Sul tema delle concessioni autostradali, inoltre, sono state proposte delle modifiche normative che presto verranno affrontate in aula, per riportarle a una coerenza stringente con le normative europee”.

Il suo predecessore Lupi prese l’impegno ad attivarsi per la conclusione dei lotti mancanti, e con lo Sblocca Italia venne anche prevista una procedura che avrebbe offerto questa opportunità. Da allora non è successo molto – replicano gli on. Monchiero e Rabino – I disagi della popolazione crescono, come testimonia la protesta degli industriali, e rimangono irrisolti i problemi delle opere complementari, alcune delle quali urgentissime, come la strada di accesso all’ospedale di Verduno. Esprimiamo una grande delusione relativa ai tempi delle procedure intraprese: se, dopo un anno dalla presentazione della domanda di revisione della concessione presentata da Gavio e dopo 6 mesi dall’apertura della pratica in esecuzione dello Sblocca Italia, il Ministero in data 5 giugno formula una richiesta di chiarimenti… c’è di che essere preoccupati. Con i tempi di questa burocrazia i problemi non si risolvono”.

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