In sette grandi piazze si terranno altrettante manifestazioni: Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma vedranno sfilare lavoratori e anche studenti.
Erano mesi che il malcontento nei confronti delle proposte di questo governo sulla scuola poi diventate disegno di legge, serpeggiava fra chi la scuola la vive ogni giorno: gli studenti, i docenti, il personale ATA, poi nelle famiglie, nella società civile.
Mesi di critiche inascoltate, di tentativi di delegittimazione delle parti sociali, i sindacati in primis.
È così che si è arrivati oggi, ad uno sciopero generale della scuola altamente condiviso, il primo sciopero unitario dopo 7 anni.
Evidentemente qualcosa questo disegno di legge riesce ad unire: unisce 5 sigle sindacali, FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS e GILDA, le più rappresentative del mondo della scuola.
Se il DDL dovesse passare la scuola che abbiamo conosciuto non esisterebbe più. Al suo posto subentrerebbe un clima irrespirabile di competizione, arrivismo, sudditanza nei confronti dei dirigenti scolastici, assenza di diritti, con scuole ricche per i ricchi e povere per i poveri, nelle quali le tendenze ideologiche, pedagogiche e politiche di pochi schiaccerebbero la libera cultura.
Nonostante ad Asti la giornata dello sciopero coincida conla festa del Santo Patrono San Secondo, molti tra docenti e personale ATA, come quelli che lavorano nella scuola “Anna Frank”, hanno deciso di aderire ugualmente perché ritengono che la riforma per una scuola “giusta” dovrebbe sempre essere concertata con chi la scuola la vive e dunque partire dal basso e non essere calata dall’alto.