Domani martedì 19 maggio ambulatori chiusi: la Fimp Piemonte aderisce allo sciopero nazionale indetto da tutti gli operatori delle cure primarie

Domani martedì 19 maggio la Fimp Piemonte aderisce allo sciopero nazionale indetto da tutti gli operatori delle cure primarie.

Verranno garantite le sole visite per i casi urgenti, dalle 8 alle 10. Gli ambulatori in tutta la regione resteranno chiusi.

“Non può sfuggire però che oggi si viva un momento molto delicato di dibattito sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale e della medicina territoriale in particolare. Domani, 19 maggio ci sarà uno sciopero generale nazionale, di tutto il comparto delle cure primarie e in particolare della pediatria di famiglia, proprio perché nella visione futura della pediatria, così come è uscita dall’ultimo documento  prodotto dalla Conferenza Stato Regioni e che è anche stata recepita dalla bozza di riordino della Regione Piemonte, ci sono dei drammatici segnali d’allarme. Se venissero applicate infatti le modifiche previste da tale documento si verrebbe a perdere totalmente il rapporto di fiducia medico-paziente e si verrebbe a perdere la capillarità del servizio che oggi offriamo”. Così il dott. Renato Turra, Segretario Regionale della Fimp, l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei Pediatri di Famiglia, spiega le ragioni dello sciopero.

“Oltretutto è in atto il tentativo di togliere autonomia al pediatra – aggiunge Il dott. Turra – tramutandolo in un burocrate che applica protocolli e schemi preconfezionati imposti dal centro, sia per quanto riguarda le prescrizioni di farmaci sia per quanto concerne gli esami necessari per i propri pazienti. Si spersonalizza il servizio,  si vogliono obbligare molti pediatri a lavorare in grandi centri non strutturati per le esigenze specifiche dei bambini portando a scoprire interi territori visto che siamo in pochi, si porta ad aumentare la burocrazia a tutto discapito di quella vocazione della medicina preventiva che sempre più  noi vorremmo essere centrata sul singolo paziente”.

Conclude il leader dei camici bianchi: “La bozza che ci è stata presentata dalla Regione non è accettabile, poiché non tiene in alcun conto e non considera in alcun modo la peculiarità e specificità della Pediatria di famiglia e il diritto alla salute dell’età pediatrica. Per natura sono ottimista, anche perché abbiamo in mano numeri e prove fattuali che l’applicazione di questo sistema rischierebbe di far implodere il servizio sanitario regionale aumentando i costi e peggiorando l’assistenza. Oggi abbiamo avviato un incontro con l’assessore alla Sanità Saitta che ha dato alcuni segnali di apertura. Ma restiamo alla finestra fino a quando non metteremo in sicurezza i diritti e le libertà delle famiglie dei nostri piccoli mutuati”.