Angela Quaglia ad Andrea Cerrato sui flop del turismo astigiano: ”Converrebbe che cambiasse mestiere…”

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Angela Quaglia sulle ricadute nell'astigiano dell'Expo

L’inaugurazione dell’Expo di Milano riapre il tema delle ricadute turistiche che l’evento avrebbe potuto, e potrebbe avere, per il nostro territorio e per la nostra città.

Milioni di visitatori, da ogni parte del mondo, che potrebbero, anche se in piccole percentuali, essere invogliati a visitare il Monferrato, le Langhe, le colline dell’Unesco e la città di Asti che, per chi viene da fuori, ha il fascino antico delle belle città di provincia in cui si vive ancora a misura d’uomo.

Avrei voluto vedere una seria programmazione turistica da parte della Giunta comunale di Asti e, soprattutto, da parte dell’assessore con delega al Turismo.

Avrei voluto sentire che, in una conferenza stampa era stata illustrata, ad esempio, una proposta turistica di alcuni giorni ad Asti e provincia, con l’inserimento della visita all’Expo ma con pernottamento e soggiorno nella capitale delle terre del vino. Cioè nella nostra città.

Credo che un’Amministrazione accorta, in carica da oltre tre anni, avrebbe dovuto orientarsi in questa direzione e fare marketing, insieme agli operatori turistici, agli albergatori, ai ristoratori, alle Cantine vinicole per promuovere il nostro territorio. Il buon cibo e il vino eccellente non sono soltanto patrimonio di Eataly a cui, peraltro, va il merito indiscusso di avere puntato da tempo sul cibo e sul vino di qualità.

Invece niente.

Anzi: ho letto che, in una conferenza stampa tenuta insieme all’assessore di Casale Monf.to, il nostro assessore Cerrato ha lanciato come una grande iniziativa turistica il fatto che un pulman facesse tappa, oltre che a Casale, anche ad Asti, a partire dal 2 maggio per portare gli astigiani all’Expo di Milano.

Non è esattamente quello di cui la nostra città ha bisogno ma, trattandosi di un’iniziativa che al Comune non sarebbe costata un centesimo…meglio che niente.

E allora, il 2 maggio, alle 7,30 del mattino (ora in cui avrebbe dovuto passare la “corriera”) sono andata a vedere quanti astigiani avevano aderito alla proposta. 

Nessuno! Né alla stazione Movicentro né in piazza Alfieri, dove, a volte sostano i bus turistici per i viaggi organizzati.

E nessuno che ne sapesse alcunché. 

Ora mi chiedo, e chiedo all’assessore di riferimento: “Evidentemente il mese di maggio (ma anche quello di ottobre) non le portano troppa fortuna! Dopo il  primo fallimento della fiera nell’autunno 2013, quello ancora peggiore nel maggio 2014 e la cancellazione della fiera di quest’anno, (dopo oltre 60 anni di storia), è decollato male anche il suo ruolo di organizzatore di viaggi a Milano. E dire che questo ruolo era anche più semplice dell’organizzazione di una fiera!

Le converrebbe (e converrebbe agli astigiani) che Lei cambiasse mestiere perché in quello dell’Amministratore o non se n’è accorto nessuno (settore sport, ad esempio), o è riuscito a far fallire iniziative collaudate da decenni!”

E infine, ultima domanda: “Ma se ha considerato così importante organizzare i viaggi per Milano, perché non li ha proposti all’ASP e si è rivolto ad un’azienda di Casale?”

Non  sarà che era già tutto organizzato dal comune di Casale e che il nostro assessore vi si è solo aggregato per comparire in una conferenza stampa?

Angela Quaglia