Come le piante possono prevenire le frane: le riflessioni dell’Ordine degli Agronomi e Forestali di Asti dopo un sopralluogo mirato

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni operative sulla situazione attuale degli smottamenti e delle frane da parte di Marco Devecchi, Presidente dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori forestali della Provincia di Asti.

“Le abbondanti precipitazioni dei mesi scorsi hanno determinato una situazione di preoccupante dissesto del territorio astigiano con particolare riferimento alla viabilità locale in molti tratti interrotta o resa problematica da frane e smottamenti che hanno interessato tanto il nord che il sud della provincia. 

E’ dei giorni scorsi la notizia della quantificazione provvisoria da parte della Provincia di Asti dei danni, valutati in alcune decine di milioni di euro per poter provvedere alla risistemazione e messa in sicurezza della rete stradale provinciale.

Sulla base di tale grave situazione l’Ordine dei Dottori agronomi e Dottori forestali della Provincia di Asti ha ritenuto utile ed auspicabile l’avvio quanto prima possibile di una riflessione generale su questi temi per meglio comprendere le diverse e molteplici cause alla base dell’emergenza in questione e per poter individuare con tutti gli indispensabili saperi scientifici e le diverse competenze tecniche e professionali coinvolte le più efficaci modalità di intervento. Questo auspicio si pone, anche nella logica di ottimizzare le risorse pubbliche disponibili – purtroppo sempre più esigue – anche nella messa a punto di modalità innovative di gestione della rete stradale astigiana capaci di prevenire fenomeni di dissesto che una volta verificatisi comportano esborsi finanziari ingenti per la collettività”.

A questo riguardo, per poter meglio comprendere la problematica in questione in data venerdì 3 aprile è stato effettuato un primo sopralluogo nel sud dell’Astigiano da parte del dott. Agr. Marco Devecchi e del dott. Agr. Ernesto Doglio Cotto, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Asti, insieme al rappresentante per la realtà astigiana dell’AIPIN (Associazione Italiana per l’Ingegneria naturalistica), l’Arch. Vittorio Fiore, lungo alcuni dei tratti stradali interessati da fenomeni di dissesto. 

“Già dalle prime osservazioni compiute – continua Devecchi – emerge con forza il ruolo straordinario della componente vegetale, arborea ed arbustiva, nella salvaguardia del territorio e della stessa rete stradale dai fenomeni di dissesto. Appare chiara, in particolare, la sorprendente AZIONE CONSOLIDANTE degli apparati radicali, soprattutto delle specie arboree ed arbustive caratterizzate da radici estese e di tipo fittonante, nel contrasto dei fenomeni franosi. Tale constatazione appare IMPRESSIONANTE soprattutto laddove esistano tratti stradali contigui caratterizzati o meno dalla presenza di vegetazione lungo le sponde.

In questi casi, il ruolo attivo della vegetazione nel sostenere la sede stradale è grande. Un esempio plastico in tal senso è rappresentato dallo smottamento nel territorio comunale di SAN MARTINO ALFIERI lungo la strada che conduce a Motta di Costigliole. La presenza di un viale storico di Tigli (Tilia europaea) che dall’abitato scende verso valle sostiene in modo perfetto il fronte collinare e la stessa strada provinciale. Esattamente dopo l’ultimo tiglio, innizia il dissesto con un fronte di smottamento di alcune decine di metri che ha portato a ridurre la sezione stradale fruibile dai mezzi veicolari.

QUAL È IL VALORE di questi alberi nell’aver PREVENUTO da sempre il dissesto del territorio e la percorribilità della strada?

QUANTO COSTERÀ consolidare il fronte di frana e METTERE IN SICUREZZA la sede stradale?

QUALE POTRÀ ESSERE IL COSTO – in termini di prevenzione attiva del dissesto – di una presenza arborea lungo le strade nei concentrici dei nostri paesi – in ossequio alle norme del Codice della strada – ed una estesa presenza arbustiva anche all’esterno dei concentrici per consolidare – ovunque sia possibile – le scarpate stradali?

Si tratta di valutazioni anche e soprattutto di TIPO ECONOMICO a cui NON è più possibile sottrarsi, anche in ragione delle sempre più esigue risorse pubbliche a disposizione della gestione del nostro territorio. Si tratta, infatti, di un punto nodale per una gestione innovativa, intelligente, sostenibile e paesaggisticamente equilibrata delle nostre strade astigiane. PRIMA DI SPENDERE UN EURO per NUOVO MURO IN CEMENTO è fondamentale valutare in modo comparativo tutte le possibilità alternative con pari sicurezza e praticabilità che vedano l’utilizzo delle piante e di sistemi meno impattanti e meno costosi nel ripristino del territorio.

Ma è, soprattutto, sul FRONTE DELLA PREVENZIONE che occorre già da subito operare per mettere in sicurezza le nostre strade da futuri fenomeni di dissesto, attraverso prima di tutto una scrupolosa salvaguardia del patrimonio arboreo già presente lungo la rete stradale astigiana che se esistente prima del 1992 – anno di entrata in vigore del Codice della strada – NON è assolutamente “FUORILEGGE” sulla base di precise ed autorevoli disposizioni del MINISTERO DEI TRASPORTI E DELLE INFRASTRUTTURE. Non meno importante è poi la salvaguardia delle formazioni arbustive autoctone di biancospino, corniolo, sambuco, prugnolo, ecc. presenti lungo i bordi stradali che possono essere facilmente gestite secondo altezze adeguate con normali interventi manutentivi di potatura, potendo svolgere una formidabile azione antierosiva e di contenimento dei terreni, rispetto a frane e smottamenti. Non meno importanti in tal senso appaiono anche le comuni canne (Arundo donax), la cui azione stabilizzante dei versanti scoscesi è nota da sempre, avendo trovato ampio utilizzo da parte delle generazioni passate di contadini per il consolidamento delle scarpate e per ricavare un prezioso materiale per la gestione del vigneto e dell’orto.

Il sopralluogo di studio si è concluso con una condivisione delle osservazioni in questione con il Sindaco di San Martino Alfieri, Andrea Gamba, che ha convenuto sull’importanza dell’uso della vegetazione nella gestione delle strade, anche e soprattutto nel tratto interessato dalla frana nel pregevolissimo paesaggio agrario del paese di San Martino, e con la Consigliera Angela Quaglia con deleghe ai Lavori pubblici e alla viabilità della Provincia di Asti che ha manifestato la più ampia disponibilità a valutare in modo accurato per ogni singolo caso concreto tutte le possibilità tecniche esistenti – e tra queste anche quelle riferibili all’ingegneria naturalistica – per poter utilizzare nel modo migliore possibile i fondi pubblici che verranno erogati a tutto vantaggio della comunità astigiana. A questo proposito, la Consigliera Quaglia si è resa disponibile ad organizzare con gli Ordini e Categorie professionali interessate, dopo le festività pasquali, un apposito incontro operativo di riflessione per poter approfondire l’importante e strategica questione del DISSESTO IDROGEOLOGICO del territorio e della Rete stradale astigiana.