Elena Ceste, il marito rimane in carcere “perché può uccidere ancora”

Questa mattina è stata depositata la motivazione del Tribunale del Riesame di Torino che nega la libertà a Michele Buoninconti, secondo i giudici "sussiste un concreto ed elevato pericolo che l'indagato, qualora in libertà, possa commettere ulteriori reati della stessa specie".

Nelle 63 pagine della documentazione si spiega come l’uomo sarebbe pericoloso perché “a prescindere dall’individuazione puntuale di quello che può essere stato l’incipit che ha scatenato” l’omicidio, vi è stata “una aggressione di violenza inaudita, contro una donna indifesa, da parte di chi, più di ogni altro avrebbe dovuto offrirle garanzie di cura e protezione”.

Pur avendo negato l’atto premeditato il Tribunale sottolinea come “ciò che imprime decisiva gravità al fatto è l’avere ucciso la propria moglie, madre dei propri figli, deprivati con tale condotta della loro primaria figura genitoriale”.

L’aggravante della premeditazione viene esclusa perché, secondo le motivazioni, la sua è stata “un’azione impulsivamente rivolta verso la persona offesa, una reazione improvvisa e violenta piuttosto che un’ideazione criminosa rimasta ferma e irrevocabile da una sua pretesa pregressa insorgenza, di cui non v’è traccia”.