Banda larga, cosa riserva il futuro in Piemonte

L'aggiornamento dell'Agenda digitale, secondo gli obiettivi posti dal nuovo Piano recentemente compilato dall'esecutivo, ovviamente in accordo con quanto richiesto dalla comunità europea, prevede un elevato volume di investimento per riuscire a colmare il gap che ancora l'Italia patisce rispetto alla media europea, con percentuali tali da porre il ‘Bel Paese’ in una situazione quasi di imbarazzo.

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Nel corso dell’ultimo quinquennio, nonostante l’impegno profuso da Telecom Italia nell’adoperarsi per adottare le procedure (vedi di più su http://www.apprendistatoprovinciaroma.it/adsl-telecom/), con conseguenti investimenti, anti Digital Divide, la situazione in alcune zone rimane quasi critica, per la totale assenza di infrastrutture atte a garantire una normale connessione Adsl. Tra queste Regioni c’è il Piemonte, sacrificato dalla presenza di numerose sacche territoriali considerate poco appetibili da parte degli operatori telefonici a causa della forte estensione territoriale connessa ad una bassa densità demografica.

Per il futuro prossimo sono previsti diversi bandi, molti dei quali sono promossi dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Mise, che metteranno a disposizione decine di milioni di euro (di provenienza Ue) per sostenere investimenti laddove il servizio è assente o carente (ovvero dove non viene garantita una connessione pari al minimo stabilito dalla Ue). Un’importante prospettiva, ma si tratta di procedure e lavori che andranno avanti per anni.

Tutto ciò rema contro i vantaggi della concorrenza, e soprattutto contro un aumento dell’efficienza dei servizi digitali da parte della pubblica amministrazione. Nel frattempo la possibilità di superare l’ostacolo di infrastrutture di comunicazione obsolete e mal funzionanti viene lasciata ancora una volta ai cittadini e ad alcuni provider competitivi.

Infatti la situazione sul territorio non è così drammatica così come emerge sulla carta, grazie alla proliferazione di aziende Tlc, che sono in grado di offrire servizi di connessione pari, in alcuni casi, alla velocità offerta dalla banda Ultra larga (come nel caso di Ngi), e il Piemonte è una di quelle Regioni in cui questi operatori, anche di modeste dimensioni, hanno trovato terreno fertile per fidelizzare clientela che vede la possibilità del rientro telecom come una scelta estremamente remota.

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