Matteo Massimelli non si ricandida a Incisa Scapaccino: “E’ giunto il momento di fare un passo indietro”

Dopo quindici anni di impegno nell’amministrazione comunale di Incisa Scapaccino, di cui gli ultimi 10 da sindaco, con le imminenti elezioni finisce l’impegno amministrativo per il suo paese di Matteo Massimelli.

Un cambio della guardia che, secondo Matteo, è indispensabile, per il suo Comune e per se stesso. “Sono entrato a 24 anni in Consiglio Comunale, nei miei primi cinque anni di esperienza sono stato dapprima consigliere, poi assessore, e, prima di compiere 29 anni, sono stato eletto sindaco.” ci racconta ripercorrendo le tappe della sua carriera amministrativa. “Per fare il sindaco bisogna avere testa e tempo da dedicare al proprio paese: sento che per me sia arrivato il momento di fare un passo indietro, per dare linfa nuova al Comune di Incisa Scapaccino, affinché la gente non associ il paese al mio volto, e per cominciare a dedicarmi al mio lavoro, alla mia vita personale, ai miei interessi.”

Dieci anni, alla guida di un Comune. Come sono stati questi dieci anni? Qual è stato il traguardo più importante raggiunto in questi dieci anni da sindaco?

“Penso che dieci anni sia il tempo utile per seminare e per raccogliere, un tempo per cui se vuoi realizzare qualcosa da sindaco lo puoi fare. Dal canto mio, a Incisa Scapaccino, sicuramente è stato importante l’essere riusciti a sbloccare situazioni ferme da tempo e sfruttare le opportunità che si sono presentate per migliorare il paese. Una soddisfazione su tutte è il rifacimento dell’impianto di illuminazione che ora è tutto a led. Come Comune siamo riusciti ad acquistare da Enel Sole gli impianti e rifare tutta l’illuminazione del paese. Manca ancora un ultimo lotto ma i lavori sono già stati deliberati e quindi inizieranno con la nuova amministrazione.

Un altro traguardo molto importante è quello di essere riusciti portare a casa un milione di euro con il PNRR e 740.000 dalla Regione Piemonte per interventi che vadano a contenere il rischio idrogeologico della Torrente Belbo e del Torrente Gallareto.

Sarà un’eredità ed una responsabilità molto grande per la prossima amministrazione perché avrà a disposizione quasi due milioni di euro da investire sulla sicurezza del nostro territorio. Sono state occasioni che si sono presentate e che siamo riusciti a cogliere al volo!

Oltre a questi traguardi, sono diversi i lavori che siamo riusciti a realizzare per migliorare la qualità della vita a Incisa Scapaccino, come ad esempio gli interventi scolastici. Siamo sempre stati molto vicini alle scuole sia con interventi infrastrutturali sia a livello sociale: abbia rifatto il parco giochi e, con l’intervento della Regione, abbiamo anche creato il parco giochi diffuso.”

Nel momento in cui è stato tolto il vincolo del terzo mandato, c’è chi ha scelto comunque di lasciare il ruolo di sindaco. Cosa si potrebbe fare, a livello normativo, per riavvicinare le persone alla vita amministrativa locale?

“È vero, le norme hanno incentivato la continuazione degli impegni da sindaci per chi voleva, togliendo il vincolo dopo il terzo mandato ma secondo me sarebbe più utile una norma che incentivi la candidatura di nuove persone che amano i propri paesi, come, ad esempio, vedere riconosciuti i contributi per il periodo in cui si ricopre la carica di sindaco. Attualmente non è così e per i giovani è difficile scegliere se dedicarsi al proprio futuro lavorativo o al proprio Comune perché per amministrare bene un paese come dicevo ci vogliono testa e tempo e non è semplice conciliare l’impegno pubblico con il proprio lavoro. Per questo sarebbero da rivedere le norme per incentivare i giovani ad impegnarsi nella vita dei propri paesi e non a farli scappare. Bisogna fare nuovamente innamorare le persone dei propri paesi!”

Una scelta, quella di fare il sindaco, che richiede tanto impegno ma che lascia anche il segno.

“Dal canto mio lascio il passo ad altri con molto piacere ma nello stesso tempo sono contentissimo dell’esperienza di questi quindici anni, sia di quella personale da sindaco sia per quel che concerne il gruppo con cui ho lavorato e i dipendenti comunali con cui ho condiviso questi anni. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto imparare molte cose, mi ha segnato tanto, mi ha permesso di conoscere tante persone: un’esperienza che alla luce di quello che è stato ripeterei dall’inizio ma che proprio per tutto quello che è stato sento sia giusto che finisca, senza rammarico.