Asti, presentato il progetto “Ben-Essere” a favore dei detenuti della Casa di Reclusione di Asti

Questa mattina, venerdì 3 maggio, presso la Sala Malabaila del Vescovado di Asti si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto “BEN-ESSERE” nell’ambito del programma “Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità” a favore dei detenuti della Casa di Reclusione di Asti.

Alla conferenza stampa sono intervenuti Mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti, la dottoressa Giuseppina Piscioneri, Direttrice della Casa di Reclusione di Asti, la dottoressa Monica Olivero capo area Trattamentale della Casa di Reclusione di Asti, l’Avvocato Maria Bagnadentro, Presidente Effatà, il Dottor Marco Torelli, Responsabile della Filiale Terzo Settore di Asti di Intesa Sanpaolo, il Dottor Giuseppe Amico, Direttore Caritas Asti, Don Roberto Zappino, Cappellano della Casa di Reclusione di Asti, Don Maurizio Giaretti, Incaricato Diocesano per il Sostegno Economico della Chiesa, la Dottoressa Daniela Borsa, Volontaria Caritas, Dr. Michelino Musso – Direttore Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Asti

Il progetto vede come soggetto proponente la Caritas Diocesana di Asti ed è stato elaborato in stretta collaborazione con l’associazione Effatà, associazione di volontariato che presta servizio nelle carceri, con l’obiettivo di agevolare il recupero della persona reclusa. L’iniziativa è cofinanziata da Intesa San Paolo e dalla Caritas Italiana con i fondi 8×1000 della Chiesa Cattolica.
Nel progetto sono coinvolti sia soggetti privati come il Consorzio Co.A.La; la Coop. La Strada; la Casa di Carita’ Arti & Mestieri e l’Associazione Fuori Luogo, sia istituzioni pubbliche come la Casa di Reclusione di Asti; il Comune di Asti-Assessorato ai servizi sociali; l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Torino e il Garante Comunale dei detenuti.

L’obiettivo generale del progetto è quello di migliorare il benessere dei detenuti favorendone la crescita sotto il profilo personale, culturale, artistico e formativo, così da stimolare una visione positiva ed una prospettiva di futuro per coloro che si sentono senza speranza. La presenza quasi quotidiana dei volontari consente di osservare direttamente e di rilevare le esigenze dei detenuti anche quando non siano espresse verbalmente. Questo modello progettuale che parte “dal basso” è stato ritenuto la scelta migliore per dare risposte ai bisogni reali. Un esempio di questo metodo è la redazione del giornale interno e la collaborazione con il settimanale la Gazzetta d’Asti che consente anche di dare ai lettori un’immagine della realtà carceraria diversa da quella abitualmente percepita.

Sono cinque gli obiettivi specifici: Lavoro, salute psicofisica, cultura, grate colorate e crescere apprendendo.

Obiettivo 1. Lavoro Poiché non esiste crescita senza il sentirsi utili ed attivi, l’associazione Effatà, in collaborazione con il Consorzio Co.A.La e la Coop. La strada intende individuare nuove possibilità di lavoro sia all’interno che all’esterno del carcere attraverso un’indagine conoscitiva delle risorse offerte dal territorio e l’appoggio di imprenditori sensibili. Il lavoro all’interno è l’unica risorsa possibile per i detenuti ergastolani o con pene molto lunghe mentre individuare possibilità di lavoro sul territorio risponde alle necessità di coloro che possono godere del regime di semilibertà o hanno terminato il periodo detentivo e devono reinserirsi nella società. Questa esigenza è particolarmente significativa perché, a fronte di corsi diversi corsi professionali effettuati negli ultimi due anni, solo il 28% dei detenuti ha accesso ad attività lavorative all’interno del carcere.
Obiettivo 2. Salute psicofisica prevede: la crescita personale dei detenuti attraverso sostegno psicologico con l’aiuto di esperti esterni; un lavoro attraverso attività collettive o schede personalizzate per aumentare la consapevolezza delle proprie possibilità e stimolare l’autostima e l’autodeterminazione; un sostegno specifico per i detenuti anziani e/o con malattie invalidanti in presenza di uno specialista chinesiologo e la proposta di attività fisiche calibrate a seconda delle esigenze.
Obiettivo 3. Cultura prevede la crescita culturale e artistica dei detenuti favorendo la creatività con l’uso delle sale hobbies di cui il carcere è dotato, e la valorizzazione delle loro idee e delle loro capacità attraverso la scrittura creativa.
Obiettivo 4. “Grate colorate” prevede la crescita delle persone private della libertà sviluppandone le capacità artistiche con la collaborazione di giovani artisti. Si prevede di produrre sulle testate degli alti muri grigi dei passeggi, murales il cui tema sarà definito dai detenuti stessi che parteciperanno anche alla realizzazione delle opere accrescendo in tal modo le loro capacità artistiche.
Obiettivo 5. “Crescere apprendendo” Alcuni volontari affiancheranno i detenuti studenti delle scuole superiori e universitari per aiutarli a trovare un metodo di studio efficace anche negli spazi ristretti e poco favorevoli alla concentrazione. I volontari si faranno carico anche di collaborare con gli educatori del carcere per mantenere le relazioni con i tutor e i docenti del Polo Universitario di Torino.

I risultati attesi sono: migliorare le condizioni di salute fisica e mentale dei detenuti coinvolti, assicurare a tutti l’opportunità di apprendere e di elevare il proprio livello culturale, creare condizioni concrete di accesso al lavoro per un numero maggiore di persone, testimoniare, all’interno della Società, che la forza delle Istituzioni risiede nell’ accompagnare il recupero delle persone carcerate ed il loro reinserimento nella Società.