“I luoghi rendono memoria a chi ci abita come imperativo categorico di cittadinanza”

Abitare i luoghi significa viverli ma, per farlo, occorre conoscerli non solo per come li vediamo oggi ma per quello che sono stati, per i sorrisi e le lacrime che li hanno attraversati. Allora, per parlare anche di guerra e Resistenza, occorre tenere conto di tutto ciò per accorgersi che, ancora oggi, le case, gli oggetti quotidiani, ci parlano di ciò che è stato e dell’umanità che vi ha vissuto. Antonella Tarpino parla proprio di questo nel suo saggio “Memoranda. Gli antifascisti raccontati dal loro quotidiano” (Einaudi).

Ne ha discusso con Mario Renosio, in videoconferenza, venerdì 19 aprile 2024, in occasione del 79° Anniversario della Festa della Liberazione. L’incontro è stato organizzato da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano, Museo Arti e Mestieri di un Tempo e Comune di Cisterna con Fra Production Spa, Israt, Associazione “Franco Casetta”, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti.

I luoghi sono contenitori di memoria che danno un senso al nostro vivere di oggi. Insieme agli oggetti, alle case… ci interrogano e ci obbligano a farci delle domande, soprattutto se sono stati attraversati dal dolore della guerra. Per me, potere riportare a loro queste storie alla luce, è il  valore di ciò che la memoria deve fare ridare senso ai luoghi. Da questo punto di vista, il Piemonte è unico perchè ha una geografia che ricorda quelle scelte quasi come se avessimo fatto l’Italia due volte. Quella storia si respira ancora in casa Gobetti, Galimberti, nelle piazze dove ci furono gli eccidi e in molti altri luoghi. Ricordare è un atto etico… Oggi si è sgomenti  nell’incontrare il presente ma anche per la perdita di significato condiviso, di identità che l’antifascismo ha rappresentato per intere generazioni e che oggi si sta riducendo molto nei valori di riferimento. E’ un invito ma anche un imperativo categorico. Fare memoria è un impegno etico di cittadinanza” ha detto Antonella Tarpino.