Celebrato ad Antignano l’anniversario della Festa della Liberazione

Domenica 28 aprile si è celebrata la festa della liberazione con una sosta alle lapidi che nel comune ricordano i caduti di tutte le guerre, una presenza di concittadini e autorità alla celebrazione della messa domenicale e un momento di riflessione al parco della rimembranza.

Il sindaco Alessandro Civardi ha rivolto un sincero ringraziamento a tutti i presenti, ai Combattenti, all’Associazione Nazionale Familiari Caduti e Dispersi in Guerra sez. di Asti, all’Associazione Alpini, all’Associazione Carabinieri, ai militari in congedo, ai volontariati operanti sul territorio, al luogotenente Corrado Scola Comandante della Stazione Carabinieri di San Damiano d’Asti, agli assessori, consiglieri comunali e al parroco Don Pierino che hanno raccolto l’invito a onorare il 25 aprile 1945, data simbolica del risveglio della coscienza nazionale e del riscatto morale e civile italiano dopo la seconda guerra mondiale.

La gran parte degli italiani di oggi, non ha provato cosa significa la privazione della libertà, ha ricordato Civardi. Solo i più anziani hanno un ricordo diretto del totalitarismo, dell’occupazione straniera, della guerra per la liberazione della Patria. Il sindaco ha usato parole chiare e nette: “Il nostro Paese ha un debito inestinguibile verso quei tanti giovani che sacrificarono la vita, negli anni più belli, per riscattare l’onore della patria, per fedeltà a un giuramento, ma soprattutto per quel grande, splendido, indispensabile valore che è la libertà. Lo stesso debito di gratitudine lo abbiamo verso tutti quegli altri ragazzi, americani, inglesi, francesi, polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue nella campagna d’Italia. Senza di loro, il sacrificio dei nostri partigiani avrebbe rischiato di essere vano”.

Una rinascita che è costata sofferenza, coraggio e sacrificio, che ha segnato la nostra storia e la storia dell’Europa. E conclude: ”È la storia dei nostri militari internati in Germania, che scelsero il campo di concentramento piuttosto che collaborare con i nazisti. È la storia dei tanti che nascosero concittadini ebrei ricercati, salvandoli dalla deportazione. È la storia soprattutto dei tanti, tantissimi eroi sconosciuti che con piccoli o grandi gesti di coraggio quotidiano collaborarono alla causa della libertà”.